AREA ARCHEOLOGICA HALAESA ARCONIDEA
Alesa Arconidea (Ἁλαίσα) o Halaesa Arconidea è un'antica città siculo-greca situata nel territorio di Tusa in provincia di Messina.
Essa fu fondata intorno al 403 a.C. su una collina oggi denominata Santa Maria delle Palate. Il nome sembra derivare da Arconide cui il tiranno Dionigi di Siracusa concesse una porzione del terreno della nuova città. Nelle vicinanze sussisteva un insediamento voluto dai cartaginesi e proprio per fronteggiare l'espansione cartaginese nella zona.
Le monete che venivano coniate ad Alesa avevano come emblema una colonna sormontata da un cane, lo stesso che simboleggia la vicina Tusa.
La città nel 339 a.C. aderì all'alleanza (symmachia) siculo-greca contro il Tiranno di Siracusa Trasibulo, e coniò una moneta comune alle componenti.
Nel 263 a.C. all'arrivo degli invasori romani Halaesa si alleò con questi e divenne provincia romana di Sicilia ottenendo lo status di "civitas libera ac immunis" che la rendeva esente dai tributi. In queste circostanze la città incremento lo sviluppo economico e demografico e mantenne per qualche tempo la monetazione autonoma.
Nel 96 a.C. il pretore Gaio Claudio Pulcro intervenne in merito alla partecipazione del senato cittadino consultandosi con la locale famiglia patrizia dei Marcelli, in virtù di cio gli dfu dedicata una statua che attualmente è allocata nell'Aula Consiliare del comune di Tusa.
Nell'epoca Augustea la città divenne municipio acquisendo la cittadinanza romana.
Alesa alla metà del V sec. era sede vescovile.
Venne abbandonata dopo un violento terremoto (forse 856) e gli Arabi nell'878 vi istallarono una fortezza (Qalat al Qawàrabi).
Nel 1558 furono ritrovate delle lastre (Tavole Alesine) di epoca greca, ormai perdute, ma che vennero trascritte e dalle quali risultava la divisione della città in dodici lotti dal lato del fiume Alesa e altri dodici dalla parte del fiume Opicano, altri tre (Scironi) sul costone che divide la due vallate, per altri due sacri era vietato l'accesso ai macellai e pellai. Inoltre nelle tavole erano citati un tempio di Apollo all'interno delle mura e due dedicati ad adrano e a Giove Milchio, i bagni, un acquedotto, la "fonte Ipurra", il "tapanon" e il "tematetis".
Nel IV sec. a.C. furono costruite delle mura fortificate lungo i rilievi orografici, con torri collegate da un passaggio con quattro porte, da cui si dipanavano delle strade di cui una diretta verso il porto e un'altra verso Herbita (Nicosia). Le mura sono costruite in arenaria a forma quadrata con un'intercapedine riempita con muratura a secco. Restauri successivi comportarono la stuccatura dei giunti tra i blocchi.
L'urbanistica era strutturata con strade perpendicolari e la via principale era pavimentata con lastre quadrate a scacchiera.
Dalla via principale si apriva l'agorà su una terrazza affacciata sul verso il fiume Alesa da una parte e dall'altra verso un muro davanti al quale la piazza è chiusa da un doppio portico che in origine aveva colonne che sorreggevano una trabeazione dorica in legno e colonne interne in mattoni stuccate i cui capitelli erano stuccati e dipinti. Sul fondo si aprono otto ambiente bipartiti il cui fondo funge da muro di contenimento, che costituivano sacelli diculto, con nicchie per staue e altari. Uno di questi era dedicato al culto imperiale praticato dai sacerdoti (serviri augustali) con un rivestimento in marmi colorati ove è stat rinvenuta la statua di una Cerere con dediche e in un altro diverse iscrizioni marmoree.
La piazza pavimentata con mattoni presentava un funzionale sistema di raccolta ed eliminazione dell'acqua piovana, e sono rinvenibili basi per statue, una più grande forse destinata a tribuna.
In una terrazza sottostante si trova un muro in blocchi di quarzenite di Mistretta con funzioni di contenimento. Su alcuni dei blocchi superiori sono basi di statue, una delle quali forse dedicata a Gerone II di Siracusa, e ospitava probabilmente il ginnasio, in comunicazione con la parte superiore della piazza tramite una scalinata.
Nella parte sottostante in cui erano le abitazioni, ne spicca una con una grande vasca quadrata con un bordo in pietra forse ornata da un colonnato, attribuibile forse ad un edificio pubblico o al peristilio di una ricca casa.
Sull'acropoli sono tre basamenti templari, due laterali e uno centrale dedicato ad Apollo (protettore della città).
Fuori dalle mura è presente un colombario, privo dell'originaria volta e con pareti in opera reticolata con nicchie per le urne. La sua presenza rileva la posizione della necropoli romana.
È stata identificata anche la presenza della necropoli del periodo siculo-greco.
Inoltre recentemenete sono venuti alla luce, nella zona dell'acropoli meridionale, i resti di un teatro con gradini tagliati nella roccia e sedili lapidei. Un muro che chiudeva la cavea dove stavano gli spettatori e quello relativo ai corridoi.