Apollonia - San Fratello
Sul Monte Vecchio di S. Fratello, a m. 718 s.l.m. a due chilometri dall'attuale paese, sorgeva l'antica Apollonia, probabilmente di origine sicula e successivamente ellenizzata.
Il toponimo doveva far riferimento al culto di Apollo che vi si svolgeva.
La città occupava l'area dove attualmente sorge il Santuario dei Santi Alfio, Filadelfio e Cirino, sul quale erano già stati notati dei resti di origine antica, infatti, sui lati est ed ovest era visibile la linea delle mura di fortificazione, costruite con pietra isodomica locale, all'interno della quale sono racchiusi i resti di alcune torri (quattro almeno) e almeno tre punti di accesso alla città fortificata, per questo motivo si decise di intraprendere degli scavi, effettuati, poi, negli anni 2000. Dall'esame della monetazione rinvenuta, databile intorno ai primi decenni del II secolo a.C., (quando Apollonia batté propria moneta sotto il controllo di Roma, ma anche denari romani, e monete di eta medievale, di cui restano alcuni esemplari in argento, ben conservati, che si datano in un arco di tempo ben definito tra il 1138 e il 1197), e delle ceramiche, si è, quindi, attribuita l'identificazione dei resti, con Apollonia, fondata nella prima metà del IV secolo a.C., forse da Dionigi, tiranno di Siracusa, come avamposto contro i Cartaginesi. Probabilmente nella zona del Santuario sorgeva un tempio, forse dedicato a Venere, nei paraggi sono anche stati rinvenuti resti architettonici di natura ellenistica e romana, alcuni inglobati nel monastero, come quello recante un'iscrizione in greco. Poiché gli scavi condotti sono stati limitati solo ad alcuni saggi, non è possibile stabilire se la sua estensione coincidesse con quella dell' insediamento di eta classica. Gli ambienti abitativi emersi si presentano con forma rettangolare, ampi, pavimentati in terra battuta, con un ripiano aggettante su uno dei lati lunghi e un focolare con piano di cottura in laterizi posto all'esterno dell'abitazione. Soltanto in un saggio l'abitazione si presenta con due ambienti al cui interno sono stati trovati anche uno stiletto, una piccola incudine e uno scalpellino in ferro, sicuramente destinati ad attività artigianali.
Comunque è stato ipotizzato che la zona fu abitata in due periodi successivi; il primo tra la fine del IV e la prima metà del III secolo a.C.; ed un secondo periodo nei primi decenni del XII sec. (i resti medievali sono quasi sovrapponibi a quelli di età ellenica); tra questi due periodi, il sito venne abbandonato, come accadde in altre città siciliane, in conseguenza della pax augustea, durante la quale le popolazioni si trasferirono in zone più pianeggianti ed accessibili, con la prospettiva di coltivare ampi latifondi ed anche per la vicinanza con vie di comunicazione costiere come la Via Valeria, che consentivano di commercializzare quanto prodotto. In seguito, nel periodo successivo al 1100, il sito venne rioccupato per un breve periodo, compreso tra il regno di Ruggero II e il regno di Guglielmo I, ma già al tempo di Guglielmo II, esso mostrava i segni di una rapida fase di abbandono.
Dalle fonti si apprende che Apollonia nel 307 a.C., era sotto il dominio del tiranno di di Engyon, Leptine, in quel periodo molte città sicule tentarono di difendere la loro autonomia, alcuni abitanti di Apollonia per sottrarsi al tiranno si erano rivolti ad Agatocle, tornato dall'Africa, promettendogli la consegna della città, ma, scoperto il tradimento, gli Apolloniati, si opposero, e per alcuni giorni resistettero all'assedio. Agatocle riuscì, però, a penetrare in città, ne giustiziò gli abitanti, incamerandone i beni. Successivamente, essa riacquistò l'indipendenza e con l'arrivo dei romani, attraversò il suo periodo di massimo splendore, tanto da essere inserita nel I sec. a.C., tra le città decumane, anche se, con l'arrivo del propretore Verre, come altre città siciliane, le sue sorti precipitarono rovinosamente.
Dai ritrovamenti sono state rilevate, una serie di strutture sovrapposte delle varie epoche, tra cui una gradinata che giungeva al portale d'ingresso, ed un'altra in cui insistono delle mura difensive con una torretta di avvistamento, inoltre si evidenzia anche un'altra possibile torre riferibile, forse, ad un altro ingresso.
A lato di queste, sono stati scoperti ambienti pavimentati in opus signinum (cocciopesto) e una cisterna scavata nella roccia, che risultano essere stati utilizzati anche in epoca normanna, mentre sulla sommità si trova un'altra più importante cisterna, sempre ricavata dalla roccia, ma in parte costruita, e, nelle vicinanze, costruzioni sacre con altari, pozzetti e una scalinata, e altre strutture abitative, di cui alcune utilizzate come deposito e cucina. Nella zona del cimitero sono state rinvenute sepolture con vari arredi.
Molti altri resti sono riferibili più che altro a fattorie. Spesso i materiali di costruzione sono stati riutilizzati. Spesso anche per il nuovo nucleo abitativo
Come arrivare: seguire le indicazioni stradali per S. Fratello, prima di entrare nel paese, dov'è il cimitero, prendere una stradina verso il Monte Vecchio, sino all'ingresso dell'Area Archeologica dove risiedono i custodi.Nel centro di San Fratello, invece, sono accessibili i locali adibiti a museo, nell'ex-palazzo municipale in piazza Ricca Salerno (Monumento). All'interno alcuni reperti trovati sul Monte Vecchio. Per visitare questa stanza contattare l'Ufficio del Turismo del Comune di San Fratello