COMUNE DI ACQUEDOLCI

 

 

Acquedolci si affaccia sulla costa tirrenica settentrionale della Sicilia di fronte alle Isole Eolie e si estende alle falde del Monte di San Filadelfio o monte San Fratello, noto agli abitanti come 'U Munti" (la Montagna).

Le prime tracce storiche risalgono al paleolitico rinvenute nella Grotta di S. Teodoro ove sono stati scoperti resti di animali come elefanti nani, rinoceronti e ippopotami.

In epoca greca la storia di Acquedolci si fonde con quella di S. Fratello (Apollonia). Cicerone nel libro VII delle Verrine parla del porto commerciale e militare di Apollonia, base per le imbarcazioni che difendevano la costa. Attraverso il "Carricatorum Aquarium Dulcium".

Durante l’epoca romana, Acquedolci, attraversata dalla Consolare Valeria, diventa una località di sosta presso la quale è possibile cambiare muli e operare lo scambio di posta. La località diviene parte della “Tavola Peutingeriana”. Il porto (Carricatorum Acquarium Dulcium) doveva trovarsi sotto i ruderi dell'attuale castello, nei pressi dello sbocco a mare delle acque del Torrente Favara. Numerosi frammenti di anfore per il trasporto di derrate alimentari sono stati rinvenuti durante i lavori di sistemazione di Piazza Dante.

Furono probabilmente i saraceni a distruggere questa città iniziando, nell'anno 827, la conquista araba della Sicilia. Agli Arabi si deve l’importazione della canna da zucchero. L'origine de nome “Acquedolci” non è sicuramente riconducibile agli scoli dei trappeti che lavoravano la canna da zucchero in epoca araba, ma è ripresa nello stemma comunale ove è possibile rilevare le piantagioni di canna da zucchero.

L'egemonia Mussulmana in Sicilia terminò nel 1060, quando i Normanni del Conte Ruggero strapparono la Sicilia ai Saraceni. Per tutto il periodo Normanno e per i primi anni degli Aragonesi non è noto sotto quale dominio sia stata San Fratello. È certo che nel 1408 passò nelle mani della famiglia dei Larcan De Soto i cui discendenti  tennero fino al XVII secolo. L'ultimo signore di San Fratello fu Ferdinando, Principe di Palagonia.

Le prime notizie storiche sull'abitato di Acquedolci, a parte il diploma del 1178 dell'Arcivescovo Timoteo, le fornisce Tommaso Fazello: "Acque deinde cognomate Dulci cum taberna hospitatoria". Maurolico, in uno scritto del 1546, annota: "Acque Dulci Fundaco". Qualche anno dopo Filoteo parla di "Bella torre con osteria".

Intorno al 1530 la Torre ospitò Carlo d’Asburgo. Nei secoli successivi, attorno all'imponente torre (oggi rudere), si sviluppò un castello che venne ingrandito dalla famiglia Gravina e divenne nel '700 residenza del Principe di Palagonia. All'interno della struttura si trova la Chiesa di San Giuseppe (attualmente sconsacrata) che custodisce un altare barocco e l'originario pavimento maiolicato. Il castello è di proprietà del Comune. Il piccolo borgo di Marina Vecchia, si sviluppa nei pressi dell'edificio e rappresenta la parte più antica dell'abitato. Acquedolci rientra tra le località attraversate dalla via Francigena, Via del pellegrinaggio verso Santiago di Compostela. La piccola chiesa di San Giacomo, costruita tra l' VII e il IX secolo, meta di pellegrinaggi, venne più volte distrutta dai Saraceni, ricostruita nel 1362, restaurata nel XVIII secolo e negli anni novanta del secolo scorso. Interessante sotto il profilo architettonico è anche il piccolo Borgo sviluppatosi in località Nicetta, attorno alla chiesa di Sant'Aniceto. Altre borgate storiche sono l'Oliveto e S. Anna nei pressi della strada statale per Cesarò.

Nel 1754 San Fratello subì una disastrosa frana cui ne seguirono altre, anche se di piccola entità, nel 1896 e nel 1905, fino a quella memorabile del 1922. Questo evento costrinse molti Sanfratellani rifugiarsi ad Acquedolci, la cosiddetta "marina" di San Fratello.

Acquedolci nacque quindi come nucleo urbano nel luglio 1922, con la Legge n. 1045 che disponeva il trasferimento e la ricostruzione di San Fratello nella suddetta frazione. Il forte incremento demografico e il conseguente sviluppo urbanistico della stessa portò, verso la fine degli anni '50, un comitato spontaneo di cittadini a battersi per l’autonomia.

Acquedolci fu eretto comune autonomo con Legge Regionale n. 42 del del 28 novembre 1969.

 

Brochure turistica

 

LINK: COMUNE DI ACQUEDOLCI

            PROLOCO ACQUEDOLCI

 

(English)

MUNICIPALITY OF  ACQUEDOLCI

 

Acquedolci overlooks the northern Tyrrhenian coast of Sicily opposite the Aeolian Islands and extends at the foot of Mount San Filadelfio or Mount San Fratello, known to the inhabitants as “U Munti” (the Mountain).

The first historical traces date back to the Palaeolithic period, found in the Grotta of S. Teodoro where remains of animals such as dwarf elephants, rhinoceroses and hippopotamuses were discovered.

In Greek times the history of Acquedolci merged with that of S. Fratello (Apollonia). Cicerone in Book VII of the Verrines talks about the commercial and military port of Apollonia, a base for the boats that defended the coast. Through the “Carricatorum Acquarium Dulcium”.

During the Roman era, Acquedolci, crossed by the Via  Consolare Valeria, became a resting place where it was possible to change mules and exchange mail. The locality became part of the “Tavola Peutingeriana”. The port (Carricatorum Acquarium Dulcium) must have been located under the ruins of the present castle, near the sea outlet of the waters of the Favara stream. Numerous fragments of amphorae used for transporting foodstuffs were found during on Piazza Dante.

It was probably the Saracens who destroyed this town, beginning the Arab conquest of Sicily in 827. The Arabs were responsible for the import of sugar cane. The origin of the name “Acquedolci” is certainly not  to be traced back to the drains of the traps that processed sugar cane in Arab times, but it is reflected in the municipal coat of arms, where sugar cane plantations can be seen.

Muslim hegemony in Sicily ended in 1060, when Count Roger’s Normans took Sicily from the Saracens. Throughout the Norman period and the early years of the Aragonese, it is not known under what rule San Fratello was. It is certain that in 1408 it passed into the hands of the Larcan De Soto family, whose descendants held it until the 17th century. The last lord of San Fratello was Ferdinando, Prince of Palagonia.

The first historical information on the town of Acquedolci, apart from the diploma of 1178 by Archbishop Timoteo, is provided by Tommaso Fazello: “Acque deinde cognomate Dulci cum Taberna hospitatoria”. Maurolico, in a writing of 1546, notes: “Acque Dulci Fundaco”. A few years later, Filoteo mentions “Bella Torre con osteria”(Beautiful Tower with inn).

Around 1530 the Tower hosted Charles of Hasburg. In the following centuries, a castle developed around the imposing tower (now a ruin), which was enlarged by Gravina family and became the residence of the Prince of Palagonia in the 18th century. Inside the castle is the Church of San Giuseppe (now deconsecrated), which contains a Baroque altar and the original majolica floor. The castle is owned by the municipality. The small village of Marina Vecchia, develops near the building and represents the oldest part of the town. Acquedolci is one of the places crossed by the Via Francigena, the pilgrimage route to Santiago de Compostela. The small Church of San Giacomo, built between the 7th and 9th centuries, a pilgrimage destination, was destroyed several times by the Saracens, rebuilt in 1362, restored in the 18th century and in the 1990s. The small village developed in the locality of Nicetta, around the Church of Sant’Aniceto, is also interesting from an architectural point of view. Other historical villages are Oliveto and S.Anna near the state road to Cesarò.

In 1754 San Fratello suffered a disastrous landslide, followed by others, even if of small entity, in 1896 and 1905, up to the memorable one of 1922. This event forced many Sanfratellani to take refuge in Acquedolci, the so-called “marina” of San Fratello.

Acquedolci was then born as an urban centre in July 1922, with the Law n.1045 which provided for the transfer and reconstruction of San Fratello in the above mentioned hamlet. The strong demographic increase and the consequent urbanistic development of the same one carried, towards the end of the years ’50, a spontaneous committee of citizens to fight for the autonomy.

Acquedolci was made an autonomous municipality by Regional Law n. 42 of 28 November 1969.

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