Museo della civiltà contadina

U'area museale che raccoglie manufatti e documenti materiali riguardanti la sartoria e il ricamo, è stata generata per donazione in relazione al laboratorio di sartoria, che recupera, con l'attività di corsisti, l'antica tradizione dei mestieri del cucito e del ricamo; un piccolo settore dedicato ai mestieri rurali inserisce l'esposizione nel contesto storico rurale tra la fine del 1800 e il 1900.Il settore della sartoria comprende quattro sezioni espositive. La prima mostra macchine da cucire e attrezzatura di sartoria risalenti agli inizi del 1900: compaiono forbici, squadre, metri, gessi, spilli, ditali, spagnolette, ferri da stiro, cartamodelli, giornali di moda, scampoli di stoffa ormai fuori produzione.Qui viene omaggiata, nel ricordo anche scritto, la serie di sarte e sarti sinagresi, circa  una ventina che hanno prestato la loro competenza in sartorie famose quali le Sorelle Fontana e Krizia, o che si sono stabiliti in grandi città come Roma, Napoli, Milano e Venezia, dove per la loro maestria hanno fornito note personalità di alto livello internazionale, o che  si sono espansi all'estero europeo fino in Norvegia. Questi artigiani della moda hanno onorato l'arte del taglio e del cucito meritando il titolo di Forbici d'ORO; ancora oggi il territorio dei Nebrodi offre storica manodopera femminile altamente specializzata in manualità per finiture, poichè si tratta di competenza acquisita nei secoli, che deriva dall'antica arte meridiorientale del ricamare (dell'arabo racam).Due ampie stanze sono  dedicate ai vestiti da sposa; la ricca collezione, esposta su manichini, offre allo sguardo  un panorama spumeggiante di biancore, rallegrato e impreziosito da ricami e applicazioni floreali; si possono ammirare anche vestiti da damigella e vestiti da cerimonia, nonchè accessori attinenti all'evento cerimoniale principe nella  vita della comunità umana presso tutte le civiltà (corredato spesso ancora oggi dalla esposizione dei regali e da favolosi duraturi festeggiamenti a tavola). La datazione va dalla fine del 1800 in uno scialle e altri accessori, per estendersi al tutto il '900.La sezione del corredo per l'infanzia occupa la stanza attigua, arredata con i capi di vestiario neonatali in lino e stoffe leggere d'epoca, dalle fasce e dalle copertine ai porte-enfant, dalle cuffiette e dalle bavette ricamatissime alle scarpette, dai preziosissimi  decorativi nei vestiti da battesimo alle sottanine e ai vestiti fino ai tre anni di età. Qui il candore angelico trova breve sprazzi di colore nascente nei ricami fantasiosi eseguiti con punti pregiati come il pizzo chiacchierino, il punto rete e rodi, il giornino in varie combinazioni, il cordoncino, il gigliuzzo e nei molteplici manufatti all'uncinetto.La ricostruzione di una camera da letto contadina, completa anche di corredo femminile da letto, rappresenta il punto espositivo  d'unione della teleria femminile agli inizi del secolo scorso a Sinagra: spose, neonati e lavoro di cucito si riuniscono nella presenza simbolica dell'attrezzo principe ereditato dai secoli precedenti, e qui perfettamente ricostruito, il telaio a mano tanto diffuso nel territorio fino alla metà del novecento, e su cui fu tessuto il lino coltivato in zona e macerato nel fiume omonimo che lambisce il paese.I manufatti delle bisnonne sul telaio, come lenzuola e tovagliati, sono ancora orgogliosamente custodite nelle casse da corredo in case private e sono stati esposti in particolari occasioni su invito della Pro Loco.In un saletta a parte, affacciata sul cortile interno un piccolo settore costituisce un omaggio all'artigianato diffuso. Vi sono ospitati gli attrezzi della civiltà contadina, prodotti di artigianato fabbrile, ceramico e di falegnameria, elementi per filatura di lana e lino, il tutto raggruppato per genere d'attività ed esposto con la cura e l'affetto che merita la rievocazione del duro lavoro campestre a fondamento delle origini comuni. Vi sono rappresentati oggetti indispensabili alla produzione di una volta e che ora, sebbene appaiono residuati lisi e consunti, quasi ritrovamenti archeologici sono apprezzabili per le storie di vita e per il sacrificio umano in essi inglobato a quel tempo antico, epoca trascorsa ma di poco precedente alla produzione industriale alla seconda metà del '900, che li ha messi fuori uso cancellandone l'unicità e l'artisticità insita nel manufatto artigianale che qui si intende valorizzare.