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Museo del Risorgimento

L’Amministrazione nizzarda ha allestito e inaugurato il primo agosto 2010 un museo nell’ottocentesco palazzo Parisi-De Luca, acquistato e restaurato con fondi europei. In esso custodisce ed espone armi e cimeli, documenti, bandi, proclami, monete medaglie, lettere, testimonianza di una scuola primaria pubblica gratuita inaugurata sotto il regno borbonico, dipinti, stampe, che ripropongono momenti e personaggi del Risorgimento. L’ edificio che ha il suo ingresso principale al n. 192 di via Umberto I, risale alla fine dell’Ottocento ed è un esempio di quell’ architettura tardo-neoclassica che in Sicilia si ispira agli insegnamenti dell’architetto palermitano Giuseppe Venanzio Marvuglia (Palermo 1729-1814).
Il suo prospetto principale, rivolto a nord-ovest, rivela una composta successione su due livelli di porte finestre e balconi che con la loro uniformità valorizzano le due aperture centrali, la cui importanza viene svelata dalla cornice del portone principale formata da paraste in marmo scanalato che sorreggono i capitelli e quindi l’arco a tutto sesto e del balcone sovrastante sormontato da un timpano incorniciato da un frontone a sime continue.
L’importanza degli elementi centrali è ancor più evidenziata da un bugnato liscio, che si ripete ai lati della facciata. Le mensole dei balconi e degli architravi sono abbellite da foglie di acanto.
Il Museo del risorgimento è ospitato al primo piano, in due ale suddivise complessivamente in 9 salette espositive impreziosite da affreschi e decorazioni sulle volte .
L’ala sinistra è composta dalle salette Garibaldi, Interdonato, della Bandiera, delle armi (che espone anche monete e medaglie); l’ala desta comprende invece documenti e una libreria con testi a tematiche risorgimentali. I reperti sono di proprietà del Comune di Nizza di Sicilia e in parte sono il frutto di acquisti e donazioni di privati.
Alcuni dipinti e armi sono concessi in esposizione dai proprietari per un tempo limitato.

Sito web: https://www.insidemessina.it/index.php/component/content/article/23-turismo/93-itinerari-nizza-di-sicilia-e-il-castello-d-alcontres.html



 GALLERIA COMUNALE "C.CAGLI

La Galleria Comunale "C.CAGLI" ospita al suo interno una mostra permanente dell'autore a cui è dedicata. Nei decenni scorsi è stata teatro di numerose kermesse culturali, di mostre, di esposizioni e concerti. Attualmente è sede della Biblioteca Comunale e del Museo di Scienze Naturali.

 

Informazioni: 

VIA COMANDANTE TODARO
98026 NIZZA DI SICILIA MESSINA

0942 7100305/331

0942 7100330

Email: nizzascolastica@gmail.com

 

 

MUSEO DI SCIENZE NATURALE

Il Museo di Scienze Naturali, che già aveva mosso i suoi primi passi nel 1997 in occasione della mostra che celebrava l’ottavo secolo dalla morte dell’imperatore Enrico Sesto di Svevia, ufficialmente nasce nel 2002 e viene intitolato al naturalista paleontologo messinese Giuseppe Seguenza (Messina 1833 – Messina 1889).

Esso espone reperti di varia provenienza: minerali peloritani, siciliani, italiani ed esteri, e attrezzature metalliche risalenti allo stabilimento minerario dell’Azienda Mineraria Siciliana (AMS), che sorse negli anni Cinquanta nel Comune di Nizza di Sicilia per estrarre Blenda e Galena dalle miniere di Tripi (Alì) e di Vacco e Migliuso (Fiumedinisi), e che lavorò con scarsa fortuna fino al gennaio del 1961 e fallì per il crollo delle quotazioni mondiali del piombo e dello zinco, secondario alla crisi del Canale di Suez.Interessanti sono la sua collezione di zolfi, celestine e aragoniti siciliane, l’allume della vicina Roccalumera, la pirrotina di Fiumedinisi, con inclusioni piritiche, il marmor porphyriticum di contrada Migliuso, l’oro della miniera di contrada Volpone.

Il Museo espone inoltre reperti paleontologici di diversa provenienza, molti dei quali sono siciliani, come i pesci fossili di Piazza Armerina e i Gryphus minor di Fiumedinisi. Fanno parte di esso le attrezzature metalliche ricavate dalla demolizione dell’ex-stabilimento minerario, oggi esposte attorno all’Auditorium comunale, sorto nel 1995 nello stesso sito, e inoltre le miniere di contrada Volpone, di taglio sassone, di Pangaddu e di Buticari.