Castel di Lucio, trovandosi immerso nella Fiumara d'arte, offre ai visitatori l'opportunità di apprezzare le bellezze dell'arte contemporanea, immerse in un suggestivo ambiente naturale. Quella realizzata da Antonio Presti, mecenate messinese che ha disseminato lungo il letto del fiume Tusa alcune colossali opere d'arte realizzate da artisti provenienti da tutto il mondo è la produzione artistica più rilevante del Novecento che  ha interessato la Sicilia. Alcune tra queste opere ricadono proprio nel territorio di Castel di Lucio.

Percorrendo la strada provinciale 176 da Tusa verso Castel di Lucio, si trovano nell'ordine:
Una curva gettata alle spalle del tempo di Paolo Schiavocampo, il Labirinto di Arianna di Italo Lanfrendini, Arethusa di Pietro Dorazio e Graziano Marini.

Arethusa

E' il sogno di colorare gli edifici perchè le città diventino esplosione di gioia. Ma è anche il recupero di una tradizione tra le più antiche della decorazione architettonica attraverso l'uso di uno dei materiali più ricchi di fascino inventati dall'uomo.

Labirinto di Arianna

E' sufficiente proseguire un paio di chilometri lungo la provinciale, sempre in direzione Pettineo, e sulla destra si incontra una deviazione per il Labirinto di Arianna, l'opera forse più suggestiva dell'intera Fiumara. Posta su un'altura che domina tutta la vallata del fiume Tusa si trova questa ciclopica costruzione circolare in cemento, sulla quale si erge una sorta di arco a sesto acuto.
E' una descrizione molto geometrica, se si vuole, per l'opera di Italo Lanfrendini che rimanda ai primi insegnamenti della vita e della nascita. Il labirinto è in realtà un grande grembo, al quale si accede per andare alla ricerca di se stessi per poi rinascere. 

Una curva gettata alle spalle del tempo

Proseguendo ancora sulla provinciale per Pettineo, si incontra l'ultima opera della Fiumara che ricade in territorio dl Castel di Lucio: Una curva gettata alle spalle del tempo, di Paolo Schiavocampo. Quest'opera è una sorta di spartitraffico tra due strade in uno spazio che traccia una curva a gomito tra due vie: la nuova strada e la vecchia. La parte centrale dell'opera riproduce in senso verticale il movimento della strada che sale e unisce il passato e il futuro, recuperando ciò che è stato (i luoghi, la quiete, le cose e le tradizioni) proiettandolo, dopo una pausa, al futuro.
Secondo le intenzioni dell'artista, il tempo svolge in quest'opera una grande funzione, perchè esso è presente sia nel movimento delle linee, sia nella strada, sia nelle pietre e quindi nei materiali, permanendo sospeso proprio in virtù di quello spartitraffico.