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L’Enoteca provinciale, inaugurata il 10 Ottobre 2010, promuove attività turistiche e culturali che puntano a valorizzare, oltre al settore enologico, tutte le risorse del territorio con particolare attenzione al settore gastronomico, naturalistico ed ambientale.

 

In quest’ottica la scelta di allocare l’Enoteca nel Monastero di S. Placido Calonerò, un raro esempio di opera rinascimentale presente nella provincia di Messina, rappresenta un ulteriore motivo di attrazione per i visitatori che desiderano conoscere le eccellenze rappresentate dai vini DOC (Mamertino, Faro, Malvasia delle Lipari) e dalle interessanti produzioni gastronomiche IGP.

 

In Sicilia il vino è storia e cultura, una tradizione che trae origine dall’arrivo dei Fenici, che si sviluppa durante la dominazione dei Greci (VIII sec. A.C.) e che prosegue con l’arrivo dei Romani (III sec. A.C.). Nell'827 l’invasione dei Musulmani rallenta la produzione vinicola e soltanto con l’arrivo dei Normanni, giunti in Sicilia nel 1061, si ha un forte incremento della viticoltura che prosegue durante la dominazione aragonese. In epoca recente, esattamente negli anni 1950-60, in coincidenza della forte industrializzazione del nord, si registra un progressivo abbandono delle campagne e, conseguentemente, una riduzione della superficie destinata alla viticoltura. solo con lo sviluppo del mercato europeo, il potenziamento delle tecniche di coltivazione ed una intensa attività di riqualificazione del vino siciliano da parte dell'Istituto Regionale vini e oli ha dato nuovo impulso alle nuove realtà produttive siciliane.

 

La provincia di Messina può vantare 28.000 ettari di terreno coltivati a vigneto con una produzione media annua di 2-3 milioni di ettolitri di vino. L’eccellenza assoluta è rappresentata dai pregiati vini Mamertino, Faro e Malvasia delle Lipari, tre produzioni dalle differenti caratteristiche e personalità che occupano un ruolo primario nel mercato enologico siciliano.

 

Il Mamertino, noto anche come “Vino dell’Imperatore” perché apprezzato da Giulio Cesare, si produce in un territorio che interessa una parte dei Comuni situati nella parte nord-orientale della costa tirrenica, attraversa la dorsale dei Peloritani e termina in un ristretto comprensorio della fascia jonica messinese. Il Mamertino bianco si associa perfettamente con gli antipasti leggeri di mare, con secondi di pesce grigliato e marinato e con risotti conditi con sughi di pesce mentre il Mamertino rosso si abbina a piatti più elaborati come i primi conditi con ragù di carne e i secondi di carni rosse, sia lessate che grigliate ed è apprezzato anche con i formaggi stagionati.

 

Il Faro ha antichissime origini, è un vino rosso prodotto nelle colline sovrastanti lo Stretto di Messina, di colore rosso rubino presenta un profumo intenso, fruttato con sentori floreali, sapore armonico, equilibrato e persistente, con una gradazione di circa 13 gradi ed un invecchiamento minimo di 12 mesi. E’ un vino composto da Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Nero d’Avola, Nocera e Sangiovese. Si apprezza particolarmente con formaggi e salumi stagionati, cacciagione e piatti della cucina mediterranea.

 

La Malvasia delle Lipari è presente in tutto l’arcipelago eoliano, esistono tre tipologie, una da pasto e due da fine pasto, ed è stata introdotta dai Greci, come scrive Diodoro Siculo nel I secolo a.C.. La Malvasia delle Lipari può essere degustato anche assieme al gorgonzola ed a dolci tipici siciliani a base di ricotta.

 

L’Enoteca Provinciale è un’opportunità promozionale per chi ama avvicinarsi ai sapori ed ai profumi di una terra forte, un viaggio sensoriale nel tempo e nello spazio che ha inizio con “il percorso museale del vino dell’olio”, due elementi imprescindibili dell’arte culinaria mediterranea, per poi attraversare le terre dei vini DOC messinesi ed IGT Sicilia, giungendo sino alle ceramiche artistiche di Santo Stefano di Camastra, un cammino visivo che si trasforma in sensoriale attraverso la conoscenza dei prodotti degli agriturismi delle provincia peloritana, un modo accattivante di valorizzare il sistema della “filiera corta”.